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Il PLA si scioglie in acqua ? Lo butto nell’umido ?

Introduciamo l'argomento...

Potrebbe essere finalmente uno di quei video che chiudo in meno di 3 minuti ma no… è contro di me ! Per spiegarti una volta per tutte che il PLA non si scioglie in acqua non solo ti mostrerò dei miei oggetti rimasti immersi per 3+ anni in un acquario (con cacca di tartarughe annessa e alghe), ma è opportuno anche fare un po’ di chiarezza sul discorso “biodegradabile/compostabile” perchè effettivamente c’è un po’ di confusione. 

Non essendo io un esperto di chimica dei materiali e processi di compostaggio, oltre ad aver letto decine di articoli (linkati qui in basso) e anche qualche tesi universitaria (link sempre in basso) ho chiesto il parere anche a tre produttori di filamento. Tomàs 3D , Make A Shape e Keytech (Corinaldesi). Il video è nato per dare finalmente una risposta chiara e decisa all’argomento PLA e ACQUA ma in realtà ho voluto espandere l’argomento anche al tema “ma dove lo butto?”

Ti do due risposte secche, veloci. Poi se ne hai voglia ti guardi bene il video e ti leggi il resto dell’articolo che ti spiego in dettaglio tutto passo passo.

  1. Oggetti stampati in 3D in PLA non si sciogliono in acqua. Punto.
  2. Oggetti stampati in 3D in PLA non vanno buttati nell’umido. Punto.

Biodegradabile non vuol dire che si scioglie in acqua

Alzi la mano chi dice “Uso il PLA perchè è biodegradabile e quindi non è tossico” ? Lasciamo perdere il discorso tossicità che avrà un suo video dedicato, per il momento fermiamoci sul sul fatto che il PLA E’ BIODEGRADABILE. Probabilmente nasce tutto da questo termine, dimmi la verità… anche tu pensi veramente che biodegradabile = si scioglie in acqua ? Ecco quindi emergere un nuovo trauma dopo aver scoperto che Babbo Natale ,quando eri piccolino, era in realtà tuo zio. Partiamo quindi da una definizione chiarissima e che non lascia spazio a dubbio alcuno:

“La biodegradabilità è la capacità di sostanze organiche e di alcuni composti sintetici, di essere decomposti dalla natura, o meglio, mediante attività enzimatica di microrganismi. Questa proprietà permette il regolare mantenimento dell’equilibrio ecologico del pianeta. Una sostanza biodegradabile viene decomposta in elementi più semplici ( acqua, anidride carbonica e metano. ndr) che possono essere assorbiti nel terreno. Una sostanza non biodegradabile (o decomponibile a lungo termine), invece, rimane nel terreno senza venire assorbita, provoca inquinamento e favorisce diverse problematiche ambientali.”

Il punto è che il PLA per come lo utilizziamo noi per le stampanti 3D, è assolutamente stabile. Perchè si inneschi un processo di degrado devono esserci delle condizioni ambiental i che possano favorire questo tipo di degradazione. Andiamo nel dettaglio e vediamo che dicono i 3 produttori:

Parlerei brevemente sulle definizioni, quindi che per biodegradabilità si intende un processo degradativo ad opera di micro e macro organismi. Per essere precisi, il PLA non è completamente biodegradabile, ovvero ha bisogno di trovarsi a condizioni di temperatura e di umidità adeguate

Cosa intendiamo per polimeri biodegradabili? Ci riferiamo a materie plastiche con presenza di metalli pesanti e derivati petroliferi pressoché assenti. Viene conferito il termine biodegradabile a quei materiali composti da biomasse, nel caso del PLA è l’acido polilattico derivato dal mais. Per biodegradabile non si intende un prodotto facilmente deperibile in condizioni atmosferiche standard, né tantomeno in acqua, bensì in determinate condizioni di umidità e temperatura specifiche

Dire biodegradabile in genere se non associato a tempo non dice nulla, perché anche le foglie sono biodegradabili ma non vanno messe nel compost ne domestico ne industriale. Pla usato per i filamenti ce ne sono di milioni di composizioni e di norma se non ci metti niente dentro vale poco sia a livello di resistenza termica che meccanica. Tutto quello che ci si mette compromette la biodegradabilità.

Abbiamo quindi capito che in condizioni “normali” le vostre statuine o gufetti non si scioglieranno mai sulla scrivania o dentro in un acquario perchè il PLA è un materiale biodegradabile.

Guardando anche la scheda di sicurezza di uno dei PLA maggiormente utilizzati dai produttori di filamento per le nostre stampanti 3D, al capitolo 9 si legge chiaramente “Insolubile in acqua”. PLA Ingeo della NatureWorks (USA)

Andiamo oltre:

Il PLA è stabile a condizioni ambientali standard quali quelle normali di tutti i giorni (20°C). Il PLA si degrada per idrolisi a temperature superiori a 65°C ed umidità superiore al 20%, per cui i tempi di degradazione possono variare notevolmente in relazione alle condizioni ambientali. In condizioni di compostaggio ottimali di 65°C e 95% umidità, quali quelle dei normali compostatori industriali, i manufatti in PLA si degradano in 50 giorni. I tempi si allungano a 120 giorni in un compostatore domestico alla temperatura di 40°

ATTENZIONE: queste tempistiche dipendono molto dalla grandezza/spessore degli oggetti. Una busta dell’umido non è la stessa cosa di un cubo da 30 mm stampato  in PLA 

Detto ciò è evidente che puoi fare tutti gli oggetti che vuoi in PLA e metterli dentro l’acqua senza timore alcuno. Certo, se la temperatura dell’acqua cresce notevolmente e lo dai in pasto a micro/macro organismi il discorso cambia… Così come la biodegradabilità è fortemente influenzata da eventuali additivi presenti nel materiale.

Tutto chiaro? Ottimo, passiamo al secondo punto ovvero

Il PLA lo butto nell’umido ?

Ed ecco un altro dubbio amletico affiorare prepotentemente. Lo sai vero che per buttare del materiale nel rifiuto organico (o chiamato “umido”), questo deve essere si biodegradabile MA ANCHE compostabile ? Si hai capito bene, il fatto che sia biodegradabile non indica per forza che sia compostabile. Corinaldesi della Keytech prima parla di TEMPI oltre che di ambienti di compostaggio (industriale e non). Vediamo cosa dice la normativa UNI EN 13432 :

Una norma comunitaria dell’Unione Europea in materia di “Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione” (EN 13432) fissa i criteri per cui un materiale sia riconosciuto come compostabile: BIODEGRADABILITÀ: degradazione almeno del 90% in 6 mesi in ambiente aerobico (ambiente ricco di ossigeno); tali valori vanno testati con il metodo standard EN 14046 (anche chiamato ISO 14855); DISINTEGRABILITÀ: a contatto con materiali organici per un periodo di 3 mesi, la massa del materiale deve frammentarsi ossia almeno il 90% deve ridursi a frammenti di dimensioni inferiori a 2 mm; tali valori vanno testati con il metodo standard EN 14045 ASSENZA DI EFFETTI NEGATIVI SUL PROCESSO DI COMPOSTAGGIO CONCENTRAZIONE DI ALCUNI ELEMENTI ENTRO I LIMITI CONSENTITI: metalli pesanti, pH, contenuto salino, solidi volatili, azoto, fosforo, magnesio e potassio

Tanto per dire, un albero è biodegradabile ma non compostabile mentre i suoi rami lo sono. Le foglie idem, sono biodegradabili ma non compostabili.

Andando al sodo come ci regoliamo quando dobbiamo buttare gli scarti di PLA nei rifiuti ? Alla luce di quanto spiegato è chiaro che se è COMPOSTABILE allora possiamo buttarlo nell’umido. In particolare è molto interessante il punto di vista dei produttori:

Il nostro è 100% PLA, ma non saprei dirti se quello che utilizzano (per lo studio, ndr) sia trattato o modificato. Perché il PLA viene considerato come rifiuto biodegradabile da inserire nell'umido organico. Ma come detto in precedenza, si stanno svolgendo studi che criticano questa proprietà

Molti potrebbero pensare che i manufatti in PLA o le bioplastiche simili, vadano differenziate all’interno della plastica o dell’umido, ma non è del tutto corretto. Nel caso in cui l’oggetto stampato presenti spessori superiori ai 4 decimi, va considerato un rifiuto “Indifferenziato”, in quanto non riuscirebbe a decomporsi e verrebbe scartato dagli impianti di compostaggio industriale. Mentre gli oggetti che hanno spessori dai 25 micron ai 4 decimi , vanno differenziati all’interno dell’umido,in quanto il loro spessore è facilmente attaccabile dalle condizioni di umidità e calore presenti negli impianti di compostaggio industriale

I pezzi di scarto in pla vanno messi nell'indifferenziato se domestico o nella plastica se industriale non va assolutamente buttato nell'organico C'è uno studio che ha dimostrato cucchiaini di gelato in pla non disintegrati in un impianto di compost

Conclusioni

Il fatto che sia compostabile o meno, parlando di un oggetto fatto in PLA PURO, è solo una questione di tempi. Personalmente dubito che un cubo da 30cm X 30 cm PIENO al 100% di infill possa degradare fino a scomparire in meno di 3 mesi… Quindi ecco spiegato perchè non vanno buttati nell’umido gli oggetti stampati.

 

Quello che è ancora da capire è se il PLA vada buttato o meno nel bidone della plastica riciclabile. 2 produttori su 3 consigliano di metterli nell’indifferenziata, ma al momento mi sto informando anche con i centri di raccolta locali qui di Padova per far maggior chiarezza su questo punto. Per il momento utilizziamo l’indifferenziata.

 

Buone stampe a tutti !

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